03 agosto 2017

RIATTIVAZIONE PIATTI NEI RISTORANTI ...A QUALE TEMPERATURA ?


 di GBuffatti

Mi è capitato a volte di confrontarmi con tecnici della ristorazione che sostengono che per servire un piatto pronto al ristorante o al bar prima bisogna garantire il raggiungimento di almeno 85°C al cuore del prodotto stesso.

Sarebbe interessante aprire un dibattito sull’argomento visto che non sono assolutamente in accordo con questa linea di pensiero … specifico che intendo piatto pronto tutto quello che è confezionato pronto all’uso dopo riattivazione al microonde, padella o al forno tradizionale

 Questo perché:  per quanto riguarda il prodotto se dovessi servire un piatto a 85/90°C rischierei di ustionare il palato del consumatore e per di più molti prodotti sarebbero rovinati da un punto di vista gastronomico.

Ma soprattutto per quanto riguarda la temperatura minima da raggiungere a cuore del prodotto, non mi risulta che esistano normative che indichino specificamente limiti minimi di temperatura; penso che nel momento in cui, con la corretta applicazione delle procedure HACCP, sia dimostrato che il consumatore non viene esposto a rischi non mi sembra di vedere gli estremi per contestazioni di sorta.

 


27 luglio 2017

INDICE - PUNTEGGIO CHIMICO (IPC) e l' AMINOACIDO LIMITANTE


Vuoi progettare un SOSTITUTO DEL PASTO … PER IL CONTROLLO DEL PESO?



…come descritto e regolamentato dal Reg UE 432 del 2012 (aggiornato del Reg UE 1413 del 2016,  dovrai ripassare un po’ di biochimica e rinfrescare il concetto di l’INDICE - PUNTEGGIO CHIMICO (IPC) delle proteine 

Infatti per la creazione di un sostituto del pasto il Reg UE 1413 del 2016 impone che l’IPC sia maggiore di 80%. A dire il vero fornisce anche altre regole relative a …
1) Valore energetico, 2) Tenore di grassi 3) Tenore di proteine e 4) Vitamine e sali minerali

Nel punto relativo al “Tenore di proteine” viene definito e richiesto di verificare l'INDICE CHIMICO. Tale indice prende in considerazione la composizione degli aminoacidi essenziali.  In particolare tale valore (IPC) tiene conto della quantità di aminoacido limitante presente nella ricettazione del mio prodotto/ sostituto del pane.  
Il regolamento richiede che IPC deve essere uguale o superiore a 80%

… ma cos’è l’AMINOACIDO LIMITANTE? Fra gli 8 aminoacidi

26 luglio 2017

ORIGINE DI PASTA, GRANO E RISO



Sono stati firmati i decreti per l'avvio dell'obbligo di origine in etichetta. LINK POLITICHEAGRICOLE
Il  20/07/17 sono stati firmati i decreti sull’origine del riso e del grano nella pasta. Manca però la verifica di Bruxelles. Tale verifica e prevista per ogni norma tecnica nazionale.
Questo decreto che prevede prescrizioni sull’etichettatura regolamentata dal reg. 1169 e non ha avuto il via libera di Bruxelles.
 Questa forzatura potrebbe portare ad una una “multa” da parte della comunità europea?. 


02 aprile 2013

“EX LIBRETTO SANITARIO" in VENETO LR2/2013 (GIUNTA vs CONSIGLIO???)


... a pochi mesi dall’uscita del DGRV 2898 emesso dalla Giunta il 28/dic/12,  che ha introdotto delle nuove regole in merito ai corsi sostitutivi del Libretto Sanitario, ecco arrivare un nuovo contrordine … questa volta dal Consiglio Regionale !!!.

È infatti uscita la Legge Regionale n. 2 del 19 marzo 2013 “Norme di semplificazione in materia di igiene, nel quale all’articolo 5 LINK



L’art 5  della LR 02/2013 dice che “L’obbligo di formazione e informazione previsto dalla LR 41/2003 […],  viene sostituito dalla formazione impartita dal datore di lavoro o dall’OSA […], ovvero con altre soluzioni individuate nell’ambito della vigente normativa […].

Dalla lettura della LR 2 e dalle informazioni avute in regione, sembra che, in materia di formazione per ex libretto sanitario, non sia più la Giunta a decidere, ma è il Consiglio, che affida tutta la responsabilità all’OSA.
… anche la Regione Veneto si allinea, purtroppo, alla “non – regola” presente in Lombardia.

La novità, ha spiazzato tutti gli operatori che si erano appena preparati sul DGRV 2898/12.
Interpellati, i resp. della Regione Veneto mi hanno consigliano di aspettare le circolari informative che a breve arriveranno agli operatori e all'USL di riferimento.
… vi aggiornerò

05 marzo 2013

CARNE di CAVALLO, CHI SONO LE VITTIME??


Piena solidarietà a tutte le aziende truffate, ma non condivido queste facili difese.
Un’azienda alimentare ha il dovere di controllare tutto quello che utilizza e se la materia prima è di dubbia provenienza o non si può controllare non deve essere utilizzata.
Tante aziende fanno molta “fatica” a controllare tutte le materie prime.
Nello specifico per  la carne, proprio per un controllo rigoroso imposto dalle proprie politiche aziendali alcune aziende consumano solo pezzi di muscolo facilmente controllabili.
Ciò vuol dire che chi utilizza un trito di carne meno costoso di un muscolo intero (a logica dovrebbe costare di più, dato che è più lavorato) deve mettere in atto dei controlli rigidissimi proprio per non farsi truffare.

19 febbraio 2013

LA CARNE di CAVALLO FA BENE?


… ma la carne di cavallo di cavallo fa male? No fa bene! Sotto l’aspetto nutrizionale, la carne equina si differenzia per la bassa percentuale di grasso e per avere un elevato contenuto in ferro “biodisponibile” (4mg di Fe in 100g di carne), il doppio rispetto alla carne bovina. Per questo viene spesso consigliata agli sportivi, ai bambini e in generale alle persone anemiche.
 Ora scopriamo che per il “nostro benessere” ci viene “rinfilata” a nostra insaputa dalle grosse multinazionali. Lo scandalo della carne di cavallo infatti ha fatto emergere che alcuni prodotti alimentari in UK contenevano parte di carne di cavallo anziché carne bovina, come dichiarato in etichetta.
 Nello specifico le lasagne della Findus UK vendute in Gran Bretagna contengono carne equina senza essere dichiarata. La carne partiva dalla Romania per arrivare a Cipro, quindi in ’Olanda, per poi in Francia e poi acquistata dalla Findus, … Oppure: dalla Romania la carne andava in una azienda in Francia poi in Lussemburgo dove avveniva la produzione di le lasagne per la Comigel che le rivendeva alla Findus.
 Oltre ad un frode per la presenza di un ingrediente non dichiarato lo scandalo ha un aspetto etico visto che in alcune culture (brittaniche) mangiare carne di cavallo è quasi tabù.
Inoltre nei campioni esaminati sono stati trovati tracce di antinfiammatori utilizzati normalmente per i cavalli sportivi.
Lo scandalo ha ora coinvolto l’Italia con la Nestlè costretta a ritirare, per via precauzionale,  dagli scaffali italiani e spagnoli i ravioli e i tortellini di manzo Buitoni. 

10 ottobre 2012

MICOTOSSINE MAIS LATTE ... e la Regione Veneto


L’andamento stagionale (prolungata siccità, temperature elevate ed alta umidità) ha diminuito le produzioni di mais inoltre a favorito i fattori di crescita di funghi del genere Aspergillus che producono micotossine e, in particolare, aflatossine.

La Regione del Veneto, ha emesso un decreto (decreto 105 del 20 sett ’12) con un PIANO di INTERVENTO STRAORDINARIO per il CONTROLLO AFLATOSSINE nelle PRODUZIONI AGROALIMENTARI (mais e latte).

È possibile inoltre scaricare il promemoria regionale per una corretta gestione della problematica micotossine presente sul sito del SIAN di Verona  (http://prevenzione.ulss20.verona.it/sian.html).


tb

08 ottobre 2012

RIATTIVAZIONE PIATTI ... A QUALE TEMPERATURA ?


Mi è capitato più  volte di confrontarmi con tecnici della ristorazione che sostengono che per servire un piatto pronto al ristorante o al bar prima bisogna garantire il raggiungimento di almeno 85°C al cuore del prodotto stesso.
… … io non sono assolutamente in accordo con questa linea di pensiero […]
 Questo perché:
Per quanto riguarda il prodotto se dovessi servire un piatto a 85/90°C rischierei di ustionare il palato del consumatore e per di più molti prodotti sarebbero rovinati da un punto di vista gastronomico.  Ma soprattutto per quanto riguarda la temperatura minima da raggiungere a cuore del prodotto, non mi risulta che esistano normative che indichino specificamente limiti minimi di temperatura; penso che nel momento in cui, con la corretta applicazione delle procedure HACCP, sia dimostrato che il consumatore non viene esposto a rischi non mi sembra di vedere gli estremi per contestazioni di sorta. (clicca x articolo completo)

10 settembre 2012

UOVA ... prezzi da uova sode


Perché quest’anno il costo delle UOVA aumenta in Italia?

A rompere l’apparente quiete sul mercato delle Uova è arrivata  la dir. 1999/74/CE. 
... ???  ma la direttiva 74 risale al l 1999!!, 

Questa direttiva UE fissa le regole minime per il benessere delle galline ovaiole.
Punto cruciale della dir. 74 è la modifica delle gabbie, che devono avere una superficie minima di almeno 750 cm2 per gallina, con i vari “optional” un nido, una lettiera, una mangiatoia, un abbeveraggio.
Inoltre le file di gabbie devono essere alte da terra 35cm e le file distanziate tra loro di min 90 cm ecc. ecc. 

Da quest’anno (gen 2012) scatta il termine minimo per mettersi in regola secondo i dettati della dir., e proprio ad inizio anno la UE ha inviato all'Italia (con altri 13 stati membri), un sollecito perché si adegui subito alla dir. 74 e per ricordare il divieto di utilizzo di gabbie non in regola.

Gli interventi che sono stati necessari eseguire per la messa a norma degli allevamenti ha causato una riduzione di produzione, aumento del prezzo.
Inoltre ad aggravare lo scenario Italiano ci sono stati i rincari delle materie prime usate per la produzione di mangimi per ovaiole, in particolare è aumentato il prezzo della soia
T.

28 maggio 2012

BABY FOOD ??


 In seguito alle forti polemiche tra Barilla e Plasmon, in questo periodo c’è una forte attenzione dei tecnici e anche degli organi di controllo a tutti quei prodotti che sembrano adatti alla prima infanzia.
Alimenti che per colori, disegni e pupazzetti sulle confezioni possono sembrare pensati per i bambini ,
… MA NON LO SONO!!!. (rif reg. 1881/06)

La normativa sugli alimenti per l’infanzia 0-3 anni (baby food) impone limiti molto restrittivi per quanto riguarda la presenza contaminanti (micotossine, metalli pesanti e pesticidi), distinguendo in modo netto tra baby food e alimenti per adulti (regolamento 1881/06), limiti che non riusciamo a controllare …

Il consiglio che potremmo dare è di riesaminare le proprie etichette ed eventualmente seguirei quello che ha deciso di fare in questi giorni la Barilla sulla confezione dei “I Piccoli”  , … indicare, da subito,  che
 … “ il prodotto è adatto per adulti e bambini al di sopra dei 36 mesi”

20 gennaio 2012

ECCO COME LE AZIENDE GARANTISCONO IL PESO ...

Le aziende ed i produttori che vendono prodotti preconfezionati con il peso nominale prefissato devono garantire di rispettare delle precise regole previste per legge (rif. L.690/78)

Nello specifico devono mettere in atto un sistema di controllo statistico prefissato e che dia evidenza che …

     1)    La media del peso netto riscontrata sia superiore al peso indicato sulla confezione (peso nominale);
2)    che ci sia una quantità limitata di sottopeso “leggeri” (chiamati difettosi e sono quei prodotti che pesano entro una fascia di peso tra T1 – T2, che in un prodotto da 1Kg è tra 985-970g);
3)    che non ci siano dei prodotti con sottopeso “grave” ( ...con peso inferiore a T2, per l'esempio sopra il limte sono i 970g).
per cui provate a pesare …
 
Oggi tutte le aziende hanno delle selezionatrici ponderali che pesano in modo automatico e sistematico tutto il prodotto realizzato garantendo in modo preciso il rispetto delle regole fissate dalla legge e viste in modo sintetico sopra
t.

20 dicembre 2011

... per il reg. è obbligatorio nel "CAMPO VISIVO PRINCIPALE

Il nuovo regolamento UE 1169/2011 sull’etichettatura distingue …

-il «CAMPO VISIVO»: tutte le superfici di un imballaggio che possono essere lette da un unico angolo visuale, dal
-
CAMPO VISIVO PRINCIPALE»: il campo visivo di un imballaggio più probabilmente esposto al primo sguardo del consumatore al momento dell’acquisto, che gli permette al consumatore di identificare immediatamente il carattere e la natura del prodotto ….
Se l’imballaggio ha diverse parti principali del campo visivo, la parte principale del campo visivo è quella scelta dall’OSA;

Cosa va dichiarato nel campo visivo esposto al primo sguardo (principale), l’art.34 §3 indica che va esposto:

1) valore energetico, oppure
2) le GDA (energia, grassi, ac. grassi saturi, zucchero e sale)

si ricorda che tutte le 7 informazioni della "nuova" nutrizionale, devono stare nello stesso campo visivo (energia, grassi, di cui saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale, vedi vedi art. 34 e 30).


Altri alimenti “particolari” (vedi allegato III) l’etichettatura deve comprendere altri informazioni indicazioni complementari, per es. le bevande con elevato tenore di caffeina la dicitura «elevato tenore di caffeina ed altre info deve figurare vicino alla denominazione della bevanda …

23 novembre 2011

BREVE INFO sul REG UE 1169/11 x ETICHETTE


 Ieri 22/11, dopo un iter di quasi 4 anni, è stato pubblicato sulla GU dell’Unione Europea il nuovo Regolamento comunitario 1169/2011 relativo alle informazioni alimentari, che introduce alcuni nuovi obblighi per i produttori.

Le principali variazioni della nuova normativa sono relative a …
INDICAZIONE DI ORIGINE: c’è l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta di tutte le carni.
INFORMAZIONI NUTRIZIONALI A 7 ELEMENTI: si dovrà indicare in etichetta il contenuto energetico e le percentuali di grassi, grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale, .. espresse a 100g o in porzioni. ...Il sodio verrà sostituito dall’indicazione sul sale, ritenuta più facilmente comprensibile dai consumatori.
ETICHETTE PIÙ LEGGIBILI : Il Regolamento stabilisce per le diciture obbligatorie un’altezza minima dei caratteri pari a 1,2 mm.

ALLERGENI IN EVIDENZA ETICHETTA ANCHE AL RISTORANTE: Obbligo per tutti di indicare la presenza di allergeni, che saranno evidenziate nella lista degli ingredienti
L’INDICAZIONE DI “OLI E GRASSI VEGETALI” deve essere abbinata al tipo di oli o grassi utilizzato (es. colza, soia, palma, arachide).
CONGELATI E SURGELATI PIÙ CHIARI: Gli alimenti congelati o surgelati venduti scongelato deve riportare sull’etichetta la parola “scongelato”.
RESPONSABILITA’: Il Regolamento chiarisce le responsabilità in termini di etichettatura specificando che coinvolgono anche i distributori. “L’operatore del settore alimentare responsabile delle informazioni sugli alimenti è l’operatore con il cui nome o con la cui ragione sociale è commercializzato il prodotto o l’importatore nel mercato UE”.
ENTRATA IN VIGORE … Il regolamento entrerà in vigore venti giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue, e le nuove regole dovranno essere applicate entro tre anni (cinque per le informazioni nutrizionali), precisamente dal dicembre 2014 per alcuni punti e dal dicembre 2016 per la tabella nutrizionale.


Testo integrale al link   http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2011:304:0018:0063:IT:PDF

tb

31 agosto 2011

Da 2012 sono vietate le gabbie? ...NO

NO !
Ricordo che dal 1° gennaio 2012 entra in vigore l’ultimo requisito del Decreto Legislativo 267/03 che recepisce le direttive 1999/74/CE e 2002/4/CE, conosciute come direttive che si occupano del benessere delle galline ovaiole e la registrazione dei relativi stabilimenti di allevamento".

Questo direttiva ha introdotto già dal 2003 a oggi dei requisiti agli allevamenti per migliorare il benessere delle ovaiole.


In particolare l’ultimo requisito dl 1° gennaio 2012 rende obbligatorie le gabbie " modificate" che garantistono una serie di cambiamenti quali per esempio:
• Uno spazio utilizzabile che passa da 550 ad almeno 750 cm2 per animale”
• Mangiatoia migliori (min 12 cm), abbeveratoio, altezza, pendenza, dispositivi per accorciare le unghie, ecc ... …
Non cambia nulla per la tipologia di allevamento che possono sempre essere di 4 tipi: 0 Biologico, 1 all’aperto, 2 al suolo e di tipo 3 in gabbia … anche se ora sono migliori (“modificate / arrichite”)


È prevedibile che ci possano essere degli effetti, basti pensare che dovendo passare da 550 a 750 … … il 30% parco animali diminuisce e di conseguenza anche la disponibilità uova con il forte rischio aumento dei prezzi.


Rif. dir 74/1999

t.

29 agosto 2011

LE UOVA FREE RANGE

acquistando uova al supermercato si trovano in etichetta varie tipologie, ecco qui di seguito una piccola informativa sulle modalità di all’allevamento delle galline Ovaiole,... le galline possono essere allevate in:

nr 3 - BATTERIA (o gabbia)       ... Sono strutture metalliche (con dimensioni minime fissate x legge) sono sovrapposte in 4-5 livelli ed ognuna contiene 5 animali con una densità di popolazione di 22 animali per metro quadrato.
nr 2 - A TERRA      ... Nell'allevamento a terra le galline vivono libere in capannoni a diversi livelli, con caratteristiche fissate x legge, la densità min. è di circa 10 capi per m2
nr 1 - all'APERTO
(FREE RANGE)      ...le galline hanno a disposizione un ricovero al riparo dalle intemperie, con mangiatoie e abbeveratoi, ed uno spazio aperto dove razzolare. In questo caso la densità di popolazione è minore.
nr 0 - BIOLOGICO...      Sono allevate all'aperto, ma segue un proprio disciplinare di produzione che prevede l'utilizzo di razze di galline rustiche. La densità di popolazione non deve essere superiore i 6 animali per m2 L'alimentazione deve essere effettuata con mangimi biologici, in genere cereali.


... Il numero indicato è quello che si trova stampigliato sulle uova che acquistiamo al supermercato

la legge di riferimento è ...il D. Lgs 267/2003 (rif. Dir 1999/74/CE e 2002/4/CE, per la protezione delle galline ovaiole e la registrazione dei relativi stabilimenti di allevamento")
e reg 2295/2003 e Reg CE 89/2006 
t.




23 agosto 2011

lo posso chiamare ... PANETTONE ARTIGIANALE?

... aspettando le preziose considerazioni dei nostri esperti provo oggi a portare alcune mie brevi riflessioni,
... la prima considerazione logica è che il termine “ARTIGIANALE” in italiano significa: fatto da un artigiano; dell'artigianato.


Quindi sembra che TUTTE le persona inscritte all’albo degli artigiani (CNA, UPA, CIA …) possano produrre prodotti ARTIGIANALI … gelati, birre, dolci …

Però nel campo dell’etichettatura non sempre vale la logica, ma ha valore la legislazione, anche se la questione "Artigianale" non è ben regolamentata e ci sono vari spazi interpretativi.

C'è da precisare che esiste la Circolare Min 168 del 2003 (LINK) che al punto F afferma che spesso tale termine viene abusato usando riferimenti del tipo "produzione artigianale" come se si trattasse di una garanzia di qualità […]
La circolare afferma che il termine ARTIGIANALE concerne solo le caratteristiche dell'azienda. Pertanto non può in alcun modo essere utilizzato per presentare i prodotti come superiori nella qualità.


L'azienda artigianale non può cioè trasformare la sua qualifica giuridica in un elemento di qualità dei prodotti finiti.

E' utile ricordare che il D. lgs. n. 74/1992, anche se di portata generale, vieta ogni forma di pubblicità subliminale e subordina l'uso dei termini «garantito e garanzia» e simili, quali «selezionato e scelto», alla precisazione in etichetta del contenuto e delle modalità della garanzia offerta.

… a breve alcune mie riflessioni sul “Pandoro «lavorato a mano»”
Tarcisio Brunelli

29 giugno 2011

posso chiamare un PANETTONE ARTIGIANALE?

posso chiamare un PANETTONE ARTIGIANALE?
... ... la risposta breve

11 maggio 2011

GESTIONE DELLE CRISI


Il nostro amico “Biga”  vuole lasciarci alcune riflessioni sulla questione della gestione della crisi nell’industria alimentare. “… l’industria alimentare può essere soggetta a un calo di fiducia da parte dei consumatori per motivi comuni al settore in cui opera … […], gli scandali che ci ricordiamo sono vari … metanolo nel vino , mucca pazza, polli alla diossina, latte alla melamina, mozzarelle blu, ecc...
Dobbiamo ricordarci anche che ogni crisi alimentare porta ad una modifica ed un miglioramento. …
… il metanolo ha portato all’attuale livello qualitativo dell’enologia,
… la mucca pazza ha portato ad un sistema di rintracciabilità, che offre fiducia al mercato.

Inoltre ogni singola azienda può trarre vantaggio dalle crisi perché possono imparare a rafforzare i propri valori ed a migliorare i propri processi

... continua



L.

27 aprile 2011

SCELTISSIMA CARNE EQUINA ... ... forse

La Stampa ci racconta che la procura sta indagando sulla carne equina falsa venduta in due punti vendita Auchan a Torino.  L’indagine sull’AD Auchan Italia e sul Direttore dell’iper è condotta dal procuratore Raffaele Guariniello l’eventuale accusa è per frode in commercio e commercializzazione di sostanze pericolose per la salute. La carne venduta come carne scelta equina sembra essere carne tritata di pollo, bovino e maiale e fra l’altro contaminata da listeria monocytogenes :-( .
Gli investigatori, hanno verificato che il punto vendita incriminato nel 2010 ha acquistato 12 q.li di carne di cavallo, ma ne ha venduti 30 … …


C’è qualcuno che maliziosamente mi fa notare che proprio quelli di Auchan sono i più attivi per “promuovere” nelle aziende fornitrici quegli onerosi standard IFS (http://www.ifs-certification.com/)  e relativi audit!
     
 LINK Articolo

21 aprile 2011

VIDEO SUGLI AROMI

Video della Gabanelli
... sugli gli aromi naturali / sintesi
e i controlli per distinguerli...

riferimenti leggislativi UE x aromi

30 marzo 2011

VANIGLIA NATURALE

Visto che sempre più spesso in questo periodo nell’industria alimentare si riflette sulla questione aromi naturali e/o sintesi ecc … … mi permetto di riportare due veloci riflessioni per chiarire cosa si intende per aroma naturale.
Più precisamente valutare la questione della Vanillina naturale (aroma naturale vaniglia) che non è detto che derivi dalle bacche di vaniglia.
Infatti per fare l’aroma naturale ci sono due vie:


Vanillina Naturale: estratto da bacche di vaniglia
costo (3000 - 5000€/Kg di Vanillina), può essere indicato in etichetta à aroma naturale di vaniglia o aroma naturale
 Vanillina Naturale: estratto da altri materiali naturali (fermentazione a partire dalla lignina, da chiodi di garofano, dall’ac. ferrulico del riso o altre fermentazioni batteriche ecc.) costo (200-800€/Kg di Vanillina), può essere indicato in etichetta à aroma naturale
Vanillina di sintesi: prodotto per via chimica costo (10-15€/Kg di Vanillina), può essere indicato in etichetta à aroma


Viste le grosse differenze di prezzo mi segnalano che in questo campo ci sono spesso piccoli o grandi inganni.
Tipo ed Origine                                    --> Costo (€ /kg vanillina)       --> in Etichetta
Vanillina Naturale da bacche di vaniglia -->  3000-5000                             --> aroma naturale di vaniglia o aroma naturale
Vanillina Naturale da altre fonti naturali
(lignina,chiodi di garofano ecc.)            --> 200-800                                 --> aroma naturale


Vanillina da sintesi chimica                 --> 10-15                                    --> aroma

26 febbraio 2011

ETICHETTATURA d'ORIGINE, ma noi siamo in Europa?

In dicembre è uscito il disegno di legge che rende obbligatorio indicare sulle etichette dei prodotti alimentari la provenienza, tale traguardo viene visto da parte di alcuni stati membri della UE come un ritorno a vecchi nazionalismi in contrasto con lo spirito unitario del mercato unico europeo.



In Europa l’etichettatura è fonte di dibattito e confronti, infatti, il Consiglio UE ha fatto un accordo con gli stati membri per la proposta per il nuovo regolamento sull’etichettatura alimentare. L’ultimo passaggio la scorsa settimana quando l’intesa è accettata con voto contrario dell’Italia, che ha ritenuto tale intesa poco rigida per l’indicazione del paese d’origine.
Questo futuro regolamento proporrà come obbligatorio alcune informazioni nutrizionali (Kcal, grassi, saturi, sale ecc.), e per alcuni (pochi) prodotti l’indicazione del paese d’origine.


Per il nostro disegno di legge (etichetta d’origine) rimangono ancora fra i tecnici vari dubbi sulle modalità applicative, sia per l’aspetto tecnico sia per il futuro l’iter legislativo
tarcisio

08 febbraio 2011

ETICHETTATURA VINI allergeni, PROROGA

Etichettatura allergeni, proroga al 30 giugno 2012:  La Commissione Ue, con proprio regolamento, ha disposto la proroga dal 31 dicembre 2010 al 30 giugno 2012 del termine dell’esenzione dell’obbligo dell’etichettatura degli allergeni dei vini di cui all'allegato XI ter del reg. n. 1234/2007, conformi alle disposizioni della direttiva 2005/26/CE (obbligatoria la sola dicitura relativa al contenuto dei solfiti).
Per ulteriori dettagli: Regolamento n. 1266/2010 della Commissione del 22 dicembre 2010 che modifica la direttiva 2007/68/CE per quanto riguarda le prescrizioni relative all'etichettatura per i vini. (GU n. L 263 del 10-11-2010)
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2010:347:0027:0028:IT:PDF
by http://www.uiv.it/

…ma in ITALIA CI SONO OGM AUTORIZZATI?


Sì,
Vedi il sito:   ttp://ec.europa.eu/food/dyna/gm_register/index_en.cfm

L’Italia, in quanto membro UE, ha l’obbligo di recepire le Dir. Comunitarie e di ottemperare i Reg CE.    Di conseguenza non possiamo limitare l’importazione di prodotti OGM autorizzati a livello UE, né in teoria a vietarne la coltivazione se non per motivazioni scientificamente supportate.
L’introduzione di colture OGM in Italia è stata fortemente contrastata: MIPAF Pecoraro (Gov. Amato II) e Alemanno (Gov. Berlusconi I e II).

Nel 2000 con un decreto del Governo Amato si è tentato di bloccare l'uso di prodotti alimentari derivati da 4 mais OGM, autorizzati a livello UE con il Reg CE 258/97 basato sul principio di "sostanziale equivalenza". 

Nonostante un parere dell'Istituto Superiore di Sanità non avesse evidenziato alcun rischio per la salute umana derivante dal consumo di tali prodotti, il decreto invocava la clausola di salvaguardia, prevista dal Regolamento 258/97, motivato dalla mancanza di una seria analisi dell'impatto ambientale e sul fatto che fu rilevata la presenza di tracce della proteina transgenica (tra le 0,04 e le 30 parti per milione).


Nel 2004 una sentenza del TAR del Lazio ha annullato tale decreto in quanto non era stata prodotta alcuna prova di pericolosità collegata a tale presenza e pertanto non esisteva alcun motivo per considerare pericolosi tali prodotti.
riflessioni del dott. F.Magalini & Wiki

06 febbraio 2011

ETICHETTATURA d'ORIGINE … ma è una vera tutela??

Via libera alle etichette d'origine obbligatorie per tutti i prodotti agroalimentari.
Il ddl 2260 (dell’ex ministro Zaia) è legge dopo la votazione all'unanimità in Commissione agricoltura della Camera in sede legislativa (gen 2011).
Un punto centrare del DDl ora legge è …La distinzione tra prodotti alimentari non trasformati (x es. uova) e quelli trasformati (pasta, biscotti, torte ecc.).


Per gli alimenti non trasformati, l'indicazione di provenienza è il Paese di produzione, ricordiamo che tanti hanno già ora l’obbligo di indicarlo
Per gli alimenti trasformati visto che ci possono essere più fasi la legge prevede che “l’indicazione riguarda il luogo in cui è avvenuta l’ultima trasformazione sostanziale e il luogo di coltivazione e allevamento della materia prima agricola prevalente utilizzata nella preparazione o nella produzione dei prodotti..”


ho alcuni dubbi    ….sull’etichetta di biscotto sarà necessario indicare l’origine della farina (materia prima prevalente)… o quella del grano? …
Per un tortellino ripieno di carne va indicato il luogo dell'allevamento dell'animale?
In più non sarà sempre facile individuare l’ultima trasformazione sostanziale … per la margarina viene raccolta la palma, avviene il frazionamento, raffinazione, trattamenti, estrusione confezionamento in alcuni casi in nazioni diverse
… qual è la fase prevalente … l’ estrusione confezionamento ???.


Se come alcuni sostengono la norma dice che x una confezione di biscotti si potrà scrivere "origine italiana" anche se se contengono solo il 51% di farina italiana (materia agricola prevalente).  
Il consumatore sarà convinto di acquistare un prodotto 100% italiano quando in realtà non lo è totalmente. (il fatto alimentare)


Nessuna novità sostanziale per OGM ...nella nuova legge si obbliga di indicare il di provenienza anche per OGM, ma il limite di tolleranza (0,9%) stabilito dalla legge per l’eventuale inquinamento accidentale resta immutato.
C’è inoltre il rischio che l’Europa bocci l’iniziativa italiana, in contrasto con la direttiva etichettatura 2000/13/CE che prevede l’indicazione dell’origine solo a titolo volontario per la generalità dei prodotti, mentre per altri l’informazione è già obbligatoria.
Un copione già messo in scena con la legge 204/2004, quando il legislatore italiano provò a introdurre l'obbligo di citare l'origine delle materie prime sulle etichette di tutti i prodotti alimentari. Già in quel caso la Commissione europea, rilevata l'incompatibilità della norma con quella comunitaria, diffidò l'Italia dall'applicarla".
TESTO INTEGRALE DDL  (tb)